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 ===== Introduzioni Narrative ===== ===== Introduzioni Narrative =====
-  - [[|Prime luci di una nuova alba]] +Clikka sui titoli per visualizzare i racconti 
-  Chiacchere nell'arena +<hidden 1) La prima alba di una nuova era> La notte stava scivolando via dal cuore della città di Luminara e i Solarchrys, grandi cristalli bianchi che spuntavano naturalmente dalle rocce di tutta la regione, incanalavano ormai a fatica la luce solare raccolta il giorno prima per risplendere come stelle nel buio. Aric giaceva nella penombra della camerata della servitù. I deboli raggi dei solarchrys si infiltravano attraverso le fessure nelle tende logore, illuminando il volto pallido e scavato dall'ombra dei suoi lineamenti misti di sangue umano ed elfico. 
-  Una spedizione finita male + 
-  Discepoli imprudenti+Svegliandosi prima degli altri, i suoi occhi si aprirono lentamente, accogliendo la routine amara che lo attendeva. Lì, nel Calice d'Aura, la locanda dove Aric prestava servizio come sguattero, indugiava con la mente. Il suo chiodo fisso era il liberarsi dalle catene della sua realtà quotidiana. Ora pensava ad arruolarsi nella guardia, ora invece di unirsi come volontario nel corpo degli esploratori. La consapevolezza di esser rimasto orfano proprio a causa delle nebbie, gli animava e al contempo mortificava un senso di rivalsa e riscatto.  
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 +Luminara, celebrata per le sue luci incantevoli, non era immune alle sfide che affliggevano il resto del mondo. La sovrappopolazione e la scarsità di risorse rendevano ogni città una lotta quotidiana per la sopravvivenza. La magia, una risorsa potente, era stata monopolizzata dalle élite, lasciando il resto della popolazione in balia di una vita grama.  
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 +Certo! Avrebbe potuto comprarsi un passaggio verso un’altra città attraverso i portali di connessione, ma sapeva che gli sarebbero serviti ancora anni di quella vita per permetterselo. C’era poi la strada delle arene, ma gli mancavano addestramento ed equipaggiamento, e chi avrebbe mai finanziato un gracile adolescente malnutrito? Se poi durante uno scontro avesse inavvertitamente rivelato il suo potere magico? Quelli della Mano Incantata, chiamati con disprezzo nei vicoli con il nomignolo di “Rapiamagia” sarebbero accorsi da lui, per condurlo con la forza a chissà quale vita di totale asservimento ai bisogni delle caste ricche. Scambiare la sua attuale prigione per una dorata poteva essere un cambiamento in positivo? Se quelle voci poi, riguardo alle fosse comuni di giovani dotati, ma non abbastanza, fossero state vere?  
 +<<Aric! Giù dal letto! Oggi è il tuo turno di raccogliere l’acqua!”>> Tuonò la voce del caposervizio da basso.  
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 +Il giovane mezzelfo si sollevò dal suo giaciglio consumato, preparandosi per un'altra giornata di faticoso lavoro. Attraversò il cuore della città, dirigendosi verso le funi cui erano appese le tinozze posizionate oltre i confini delle mura. Con lui, molti altri abitanti della città vagavano come gatti randagi verso una meta comune. Ogni mattina infatti, in un rituale simbolico di sopravvivenza, si recavano a raccogliere l'acqua fresca condensata in tinozze dalla nebbia sottostante, oltre le mura della città. 
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 +Tra il sonno e l’assiduità del suo rimuginare, Aric aveva una percezione ancora confusa di ciò che gli stava attorno. I raggi di sole facevano capolino dalle catene montuose a est, avvolgendo tutto con un’aura dorata, ovattata nell’umidità della notte morente. Questa mattina però, qualcosa era diverso. Mentre si chinava sulla cima della prima tinozza, il suo sguardo si avventurò oltre, e rimase spalancato e incredulo. La nebbia, che da sempre aveva avvolto ogni vista, si ritirava di fronte a lui, svelando una vasta vallata invasa da una foresta fitta e scura. Il giovane rimase immobile, gli occhi fissi oltre le montagne, intravedendo un mondo oltre la nebbia, un mondo che sembrava sospeso tra la magia e la dura realtà della sua esistenza. 
 +</hidden> 
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 +<hidden 2) Chiacchere nell'arena>Quel giorno, nelle pertinenze dell’arena grande, Duric il Saggio e Uthold Karugath, due anziani guerrieri, si ritrovano per discutere gli esiti degli scontri avvenuti il giorno precedente. 
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 +<<Ancora non riesco a credere che Ieri, quella Cheratichioma (ndr: Thielfing) abbia davvero messo in ginocchio Konrad! Un Goliath il doppio di lei!>> osservò Uthold, con voce roca, facendo scricchiolare la sedia sotto di sé mentre gesticolava accompagnando il suo dire con enfasi. 
 +Duric annuì pensieroso, il suo sguardo profondo rifletteva un mare di memorie di battaglie passate. <<È vero. Ha dimostrato una destrezza e una velocità imprevedibili. Quelle mosse... sembravano sovrannaturali.>> 
 +Uthold sbarrò gli occhi alle parole del compagno. <<Stai pensando alla magia?>> 
 +D: <<Macchè? i Rapaci le si sarebbero avventati addosso in un battibaleno… Ma lei non lanciava sortilegi.>> 
 +U: <<Eppure quell’improvvisa velocità! … > 
 +D: <<Hai fatto caso all’espressione della ragazza? Nemmeno lei sapeva cosa stesse accadendo. Era la prima ad essere meravigliata >> 
 +U: << Stai dicendo che è stato un imbroglio? Qualcuno dall’esterno l’ha aiutata?>> 
 +Duric prese ad accarezzarsi la morbida barba sale e pepe. <<Sto dicendo>> enfatizzando con il  tono di voce,  sicurezza e intuito, << Che qualcosa di strano è successo! Qualcosa che i Rapimagia hanno notato per forza, ma che sono i primi a non esser riusciti a spiegarlo… E poi, non lo percepisci anche tu ? Io ormai sono mesi che sento qualcosa di strano… come un cambiamento nell’aria. >> 
 +Uthold lanciò all’altro uno sguardo di divertito scetticismo. <<Stai diventando anche tu un magus?>> 
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 +I due risero di gusto. 
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 +All’improvviso Tavon, il banditore dell’arena, irruppe nella stanza con lo sguardo solenne e una notizia urgente da condividere. 
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 +<<E ufficiale: Konrad Il Goliath si è ritirato dagli scontri>> annunciò Tavon. Il suo respiro affannato tradiva la sensazionalità della notizia. <<Pare abbia deciso di arruolarsi nel corpo di esplorazione per mappare le nebulande .>> 
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 +Uthold alzò un sopracciglio, riflettendo sul significato di questa decisione. <<È forse la sua via per redimersi dopo la sconfitta>> mormorò. <<Forse troverà più onore nell'esplorazione che nelle lotte nelle arene.>> 
 +Duric sbuffò accompagnandoci una smorfia di dubbio e disappunto. <<Ecco perchè non ho mai risparmiato nessuno… Quella ragazza cornuta è troppo giovane ed ingenua per capire che salvare dalla morte  il tuo avversario in arena non è mai un gesto di generosità…>> 
 +<<E’ anche vero che in arena se ne vanno tanti giovani promettenti…>> Uthold replicò sospirando. 
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 +Duric tenne fisso lo sguardo sul pavimento: <<Fidati di me, amico mio… Morire in arena può sembrare un dono, se confrontato con l'idea di essere divorati da qualunque cosa si nasconda in quelle maledette nebbie. >></hidden> 
 +<hidden 3) Una spedizione finita male>“Udite, Udite, cittadini di Aetherborg\\ 
 +Con la presente notifica, il Consiglio Oligarchico di Aetherborg desidera informare la popolazione tutta riguardo agli esiti della spedizione che ieri, alle prime luci dell’alba, si è avventurata nei sotterranei della città vecchia sottostante, la gloriosa Mithraldelv, attraverso cui scorre la via per la Grande Porta che si apre ai territori esterni, ora finalmente liberi dalla nebbia che ci ha imprigionato per tanto tempo. E’ per esplorare e mappare le immediatezze della porta, e per trovare un punto in cui poter stabilire una testa di ponte per successive esplorazioni, che ora ci troviamo a dover affrontare un grave dilemma. 
 +Da ieri, infatti, non abbiamo più ricevuto alcuna comunicazione dalla squadra di esploratori. Le loro tracce si sono misteriosamente perse all'interno dei sotterranei ancora inspiegabilmente invasi dalla nebbia, e non abbiamo alcuna notizia su cosa possa essere loro accaduto. È stato riferito che poco dopo la partenza della squadra, un tremendo fragore è emerso dalle profondità della città, squarciando anche il silenzio e la pace della superficie.  
 + 
 +Data l'assenza totale di notizie dalla squadra di esploratori, ci vediamo costretti a dichiararli dispersi e presumibilmente deceduti e finché non verrà chiarita la natura e la provenienza di questi misteriosi suoni che hanno fatto vibrare la nostra città, non verranno avviate missioni di soccorso e recupero. 
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 +Ricordiamo dunque i nomi dei sei valorosi affinchè possano essere consegnati alla gloria della memoria dei martiri che hanno reso grande la nostra patria. 
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 +Il capitano del corpo degli esploratori, Miriana Stormcaster, Mezzelfa 
 +Il sacerdote Balfor Stonehammer, Nano 
 +L’arcanista Lyra Dawnblade, Umana 
 +L’arciere Kaelar Sunwhisper, Elfo 
 +L’artefice Grigorio "Grig" Shortfuse, Gnomo 
 +La recluta Konrad Thalmar, Goliath, ex gladiatore. 
 + 
 +Preghiamo i Cinque per la sicurezza e il ritorno degli esploratori, e restiamo uniti in questo momento di incertezza e difficoltà.” 
 + 
 +Firmato, 
 +Harron Maldrin, Alto Funzionario del Consiglio Oligarchico di Aetherborg 
 +</hidden> 
 +<hidden 4) Discepoli imprudenti>Nebulantis, la città degli elfi Avariel, emergeva magnifica e incantevole dal cielo. Costruita su un enorme masso di fluttuorite che la sosteneva in cielo, sembrava toccare il firmamento. Le costruzioni elfiche, dall'architettura elegante e sinuosa e prive di scalinate e balaustre, galleggiavano in aria come gabbiani al mattino. 
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 +Come ogni mattina le torri, con le loro pareti di cristallo che riflettevano la luce del sole, sembravano fondersi armoniosamente con l'etere circostante, emanando una sensazione di leggerezza e di purezza. L'atmosfera era pervasa da un senso di antica saggezza e di serenità, come se in quel luogo di eterna bellezza il tempo stesso si fermasse. Ogni dettaglio architettonico, dalle arcate sospese alle vetrate colorate che danzavano con il vento, era una testimonianza della maestria e della bellezza di chi l'aveva costruita. 
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 +Poco lontano dalle mura della città, i giovanissimi Elenara e Thalor sperimentavano il volo libero per la prima volta, affascinati dalla libertà e dall'infinita vastità del cielo. 
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 +Mentre si libravano nell'aria discutevano animatamente su quanto fosse meraviglioso poter volare senza limiti di tempo, un privilegio riservato agli Avariel al di fuori di Nebulantis solo per brevi istanti. Accanto a loro, l'istruttrice Isilme, zia di Thalor, osservava con orgoglio i suoi giovani allievi mentre si avventuravano tra le nuvole. 
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 +"Mio dio, Elenara, è incredibile!" esclamò Thalor, sentendo il vento tra le piume delle sue ali. 
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 +"Lo è davvero, Thalor!" rispose lei, con un sorriso radioso. "Non mi sarei mai immaginata che volare nel vuoto fosse così meraviglioso." 
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 +"Siete bravi, ragazzi," disse con un tono amorevole. "Ma non dimenticate mai il rispetto per il cielo e per il potere che vi è concesso." Li Ammonì Isilme, comodamente seduta su di un macigno di fluttuorite vagante.  
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 +"Mai, zia," rispose Thalor, cercando di contenere l'eccitazione. 
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 +Mentre si allontanavamo sempre più dalla città, la voce di zia Isilme sembrava sempre più lontana. 
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 +"L'Aether che vi sostiene è potente, ma non è infinito," li avvertì, alzandosi preoccupata. "Non spingetevi troppo oltre i vostri limiti." 
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 +Proprio mentre la saggia istruttrice li stava avvertendo, le ali di Thalor cominciarono a diventare trasparenti, sempre più fino quasi a scomparire, e man mano che questo avveniva, Thalor perdeva il sostegno del vento. 
 +"Le tue ali!" urlò Elenara! 
 +Isilme, lesta si era già lanciata verso Thalor come un falco in picchiata. Con vigore e massima determinazione, aggiunse Thalor e con un poderoso colpo d'ali arrestò la sua caduta appena sotto la coltre di nubi che copriva la vista delle terre sottostanti. 
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 +"Non capite il pericolo in cui vi siete messi!" gridò, la voce carica di preoccupazione. "Non è la caduta a preoccuparmi, perchè per noi è possibile sempre attutirla, in qualche modo, ma ciò che potreste trovare nelle nebb…  
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 +Isilme fermò il suo dire mentre Thalor già guardava verso il basso. Erano rimasti senza fiato. Le nebbie si stavano ritirando, rivelando qualcosa di inimmaginabile al di sotto di esse: un paesaggio di bellezza incontaminata si estendeva sotto di loro. Foreste lussureggianti si estendevano fino all'orizzonte, attraversate da fiumi scintillanti e punteggiate da prati verdi e rigogliosi. Era uno spettacolo di una bellezza così straordinaria che sembrava quasi irreale. 
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 +Ad un tratto, a Thalor il volo non sembrò più così interessante quanto l'esplorazione di quel vecchio, nuovo vasto mondo. </hidden>
  

ambientazioni/erenum.1711290014.txt.gz · Ultima modifica: 2024/03/24 15:20 da mythril